Era il lontano 2009 quando vidi per la prima volta il documentario Earthlings con la voce meravigliosa e suadente di Joaquin Phoenix e le musiche struggenti di Moby…
Non ero nuova alle tematiche animaliste ma quella visione fu un’esperienza talmente intensa da cambiare per sempre il mio rapporto con l’alimentazione! L’indomani stesso iniziai il mio viaggio nello stile di vita vegan.
Fu fin da subito un rapporto molto turbolento: ai tempi (parliamo di quasi 15 anni fa!) di veganesimo si sapeva poco o nulla se non attraverso i pochi avanguardistici siti specializzati sull’argomento, di solito gestiti da volontari ed altri animalisti appassionati, nei mass media non se ne parlava e la persona comune alla parola vegan ti guardava con uno sguardo misto tra interrogativo e spaventato…
Per non parlare della scelta di alimenti specifici al supermercato: trovare il tofu era un’impresa e bisognava andare in negozi specializzati o sperare nella cara vecchia marca Valsoia che ai tempi puntava al mercato contro il colesterolo più che a quello di cibo vegetale ma che si poteva trovare ogni tanto al supermercato locale con prezzi molto diversi da quelli di adesso.
Di burger, polpette, bevande vegetali di ogni tipo e altre amenità non se ne vedeva nemmeno l’ombra nei supermercati comuni ed il boom del cibo vegetale sarebbe arrivato, almeno nella piccola città siciliana dove abitavo, solo molti anni dopo…
Mangiare al ristorante poi, era sempre un terno al lotto: il prosciutto o la pancetta ai tempi per molti ristoratori non era ritenuta propriamente “carne” e sono state molte le volte in cui ho trovato la sorpresina nascosta nel piatto… Oggi sicuramente vedo che c’è molta più informazione e sensibilità sull’argomento!
Ma tutto questo non mi portò a desistere dal mio intento, anzi: mi documentai sulla cucina vegetale con grande passione e dedizione, studiai ogni libro e sito reperibile sull’argomento e forse fu solo in questo momento della mia vita che iniziai davvero ad imparare a cucinare 🙂 Pubblicavo anche alcune ricette su Veganblog, che a rivedere adesso mi fanno sorridere con tenerezza!
Viaggiare per la danza, però, non mi aiutò per nulla.
Ricordo che ci fu un periodo in cui andavo regolarmente a Milano per studiare ed alla fine di una di queste lunghe sessioni di allenamento di quasi 8 ore insieme alle mie colleghe danzatrici, stanche ed affamate, cercammo disperate qualcosa da mettere sotto i denti: purtroppo non trovai nulla di vegano e compresi, di fronte alla mia misera cena a base di pane e olio, che per viaggiare e danzare avrei dovuto portare con me una sorta di piccola borsa frigo in giro per l’Italia, cosa ovviamente impossibile spostandomi regolarmente in aereo dalla Sicilia…

Da allora sono passata attraverso molte fasi: quasi 10 anni di vegetarianesimo in giro per il mondo, poi un ritorno all’alimentazione onnivora per qualche anno per poi tornare al veganesimo e poi ricominciare la ruota ancora e ancora… Fino a Febbraio di quest’anno durante il quale, da vegana, ho scoperto di essere incinta.
Questa gravidanza è stata per me un viaggio sotto tanti punti di vista, anche nell’alimentazione: mi sono fatta seguire da una nutrizionista vegana all’inizio, ma il mio corpo ha iniziato fin da subito a manifestare segni di insofferenza e così ho dovuto cambiare la mia dieta almeno altre tre volte prima di trovare quella che mi facesse stare bene e garantire tutti i nutrienti per me e per la vita che porto in grembo…
Ma perché vi racconto tutto questo?
Perché vorrei condividere con voi una riflessione nata dai tanti anni di continuo tira e molla con l’alimentazione a base vegetale, e soprattutto dalle avventure degli ultimi mesi.
Il grande dilemma che mi sono trovata ad affrontare a causa dei problemi fisici legati all’alimentazione che ho riscontrato dall’inizio della gravidanza è questo: se alla base dello stile di vita vegan c’è un saldo principio di non-violenza, come posso io negare ciò di cui il mio corpo ha bisogno, soprattutto in questa fase in cui non sono più da sola ma dalle mie scelte dipende anche la salute del mio bambino?
E parlando con amici ed amiche, confrontandomi con le loro esperienze indipendentemente da gravidanza o meno, mi rendo conto di quanto la questione del corpo e delle sostanziali differenze tra ognuno di noi sia così importante nella scelta della propria alimentazione…
Oggi più che mai scegliere un’alimentazione a base vegetale è una scelta che oltre a supportare la salute umana è di estremo aiuto per i grandi cambiamenti cui sta andando incontro il nostro pianeta: purtroppo, però, non tutti possono accedervi per problematiche legate alla propria salute.
La scelta della non-violenza, poi, dovrebbe essere mantenuta anche nei confronti delle scelte di tutti e nell’eventuale dialogo che può sorgere con chi non condivide la nostra scelta o sceglie diversamente da noi! Troppo spesso invece assisto a vere schermaglie (e ci sono passata anche io, all’inizio del mio percorso sentivo che questa scelta fosse radicale ed imprescindibile!), soprattutto online in cui è facile che si infiammino gli animi da tastiera, o peggio a manifestazioni di odio ed incomprensione per chi sceglie o la pensa diversamente…

In fin dei conti, nessuno conosce il nostro corpo e necessità meglio di noi. Promuovere consapevolezza dei nostri bisogni profondi, il benessere del corpo-mente nella sua totalità e accogliere con dolcezza e comprensione le diversità: questo può portare, secondo me, ad una grande sensibilizzazione e ad un grande cambiamento.
Perché il pianeta non è qualcosa di separato da noi, dal nostro modo di abitarlo ed abitare il nostro corpo, dalle nostre relazioni e dalle emozioni che nutriamo: se è il cessare la violenza quello che abbiamo a cuore, per prima cosa è nel nostro piccolo mondo che dobbiamo accorgercene, al modo in cui interagiamo con gli altri, con i nostri bisogni e necessità.
Invece di imporre a noi stessi o agli altri una visione mentale o una “dieta” preconfezionata, proviamo ad ascoltare ed ascoltarci, con pazienza, con amore: questo piccolo gesto è un grande passo verso un cambiamento profondo, coltivando una sensibilità e compassione che sia rivolta a tutte le forme di vita.
Lamia che bell’articolo! Sono stata vegetariana per 4 anni e vegana per 1….poi il mio corpo si è ribellato. Sono sempre stata molto attenta a variare la mia alimentazione ma alcune intolleranze e allergie non mi permettevano di spaziare completamente. Morale della favola: sono arrivata al punto di stare veramente male, in particolare avevo una forte carenza di vitamine b. Non riuscivo a fare più nulla, non avevo forze e tanti altri fastidi fisici. Sono tornata ad essere onnivora, scelgo con cura tutto il cibo, evito tutto ciò che può venire da allevamenti intensivi, non faccio uso eccessivo di carne. Concludo dicendo che anche io non sopporto gli estremismi e il voler convertire, alle volte anche con toni violenti, tutti gli altri ad un regime alimentare. Ogni corpo è diverso, è giusto che si seguano le sue esigenze. Un abbraccio a te e il bimbo ❤️
Grazie per la tua risposta e la condivisione della tua esperienza!
Si, riconoscere i bisogni del nostro corpo e darci il giusto tempo per ogni scelta consapevole è un atto d’amore. Credo che ognuno debba concentrarsi sui propri bisogni e scelte e non su quelle degli altri!
Un abbraccio a te 🥰